Charley's Pony Blues

La vita di uno tra i più celebri musicisti blues di tutti i tempi, uno dei compositori storici della musica folk americana del novecento. Nascita e sviluppo di un mito tra le piantagioni del sud degli Stati Uniti. Charley Patton è conosciuto come il padre del Blues grazie anche alla sua frenetica attività di intrattenitore.

Charley's Pony Blues
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Charley Patton (o Charlie), 1891 Hinds county, Miss., U.S e morto a Indianola, Miss., US il 28 aprile 1934. Cantante, compositore e chitarrista blues. È tra i più importanti musicisti americani.

Charley Patton, talvolta scritto Charlie, nacque alla fine del diciannovesimo secolo, in un anno non meglio precisato tra il 1887 e il 1891.

La maggior parte degli storici sostiene che la sua data di nascita sia da ricondursi al primo maggio del 1891, altri addirittura aprile 1887. Persino il suo nome pone a chi si appresta a conoscerlo l'interrogativo: Charley o Charlie Patton? Son House  assicurava che il corretto modo di compitarlo fosse Charlie (C-H-A-R-L-I-E), tuttavia, nella maggior parte dei testi che ho letto, nei CD che posseggo o nei siti che ho visitato e sulla sua pitra tombale è scritto Charley ed è così lo chiamerò anch'io.

Per aumentare la coltre di mistero che circonda i suoi dati anagrafici, anche le sue origini etniche sono state oggetto di discussione, ma probabilmente scorreva del sangue nativo, presumibilmente cherokee, nelle vene di uno dei massimi esponenti del cantautorato americano. 

Con una certa approssimazione, possiamo dire che Charley nacque a Hinds County, ma, di nuovo, manca il dato preciso: si parla delle città di Edwards o  di Bolton. Di certo si sa che crebbe poi nella contea di Sunflowers, Mississippi.

Patton iniziò a suonare relativamente tardi nella sua vita, quando aveva circa 19 anni; si trovava alla Dockery Farm (vedi immagine iniziale di questa storia) e seguiva le orme e gli eventuali vagabondaggi di un certo Henry Sloan, una figura che ha quasi del mitologico, del quale sappiamo poco, a parte il fatto che suonava la chitarra e che il genere di musica che interpretava era una primordiale forma di blues. Sappiamo anche, ovviamente, che fu il maestro del giovane Charley, le cui capacità di intrattenitore, strumentista e cantante crebbero come la sua fama locale.

Nel 1927 arrivò ad approcciarlo il primo talent scout, Ralph Lembo, dell'Itta Bena record store, che cercò di registrarlo subendo un sorprendente rifiuto.

Charley Patton si dovette verosimilmente ravvedere di quella prima avventata decisione: in fin dei conti era un buon periodo per i Race records (registrazioni di musica tipicamente afroamericana) e altri suoi pari avevano ottenuto un discreto successo incidendo dischi; personalità del calibro di Blind Lemon Jefferson, per citare uno degli artisti di maggior impatto commerciale dell'epoca, riuscirono ad emanciparsi sino al punto di possedere un'automobile grazie alla loro attività.

Nel 1929 scrisse, o più probabilmente qualcuno lo fece per lui, una lettera a un altro talent scout, Henry C. Speir, un uomo d'affari bianco, proprietario di un negozio di dischi a Jackson, Mississippi. Speir fu una personalità non sottovalutabile per lo sviluppo del Blues nei primi decenni del ventesimo secolo: oltre a Patton, ebbe modo di registrare demo di altri artisti poi noti quali Skip James, cantante e polistrumentista dell'Illinois, i Mississippi Sheiks, Son House, Willie Brown e, infine, anche Robert Johnson. Speir, da vero scopritore di talenti qual era, riuscì alla fine a localizzare Patton nella piantagione di Dockery; l'impresario affrontò le tre ore di viaggio che separavano Jackson dalla contea di Sunflowers, ove era sita la Dockery plantation e lo fece perchè incuriosito dal musicista, curiosità ripagata dalla favorevole impressione che ne ebbe.

Nel giugno del 1929 Patton prese un treno diretto a Richmond per recarsi nello studio di registrazione posto sul retro di una fabbrica di pianoforti e grammofoni, la Starr Piano di Richmond, Indiana. La Starr Piano apparteneva alla famiglia Gennett e Gennett era anche il nome della loro etichetta discografica. Non fu tuttavia per questa storica label che Patton incise i suoi primi brani, ma per la Paramount Records di Grafton, Wisconsin, che ne aveva preso a prestito lo studio poichè temporaneamente sprovvista di uno proprio[1]. Tra le canzoni registrate in quella sessione troviamo la storica Pony Blues, A Spoonful Blues e Screaming and hollering the Blues, composizioni entrate a far parte del folklore americano. 

Etichetta del singolo Pony Blues, Paramount Records, 1929

Etichetta del singolo Pony Blues, Paramount Records, 1929.

Ciò che emerge da quelle prime registrazioni è un Patton dotato di grande stile e di una potente voce supportata dal suo modo energico di suonare la sei corde e dal ritmo percussivo dei piedi battuti per terra. In particolare Pony Blues, una delle sue primissime composizioni, ci fa immaginare l'impatto che deve avere avuto il sentirlo suonare dal vivo in qualche juke joint negli anni venti del novecento. 

Dal 1929 al 1934 Charley Patton, spinto dal successo delle sue incisioni per la Paramount, ebbe dunque modo di farsi conoscere sempre di più anche per i suoi live; fu sicuramente un caso molto particolare perchè, a differenza dei contemporanei, le sue esibizioni erano pianificate quasi come una moderna tournée. Patton suonava in giro perchè scritturato dai proprietari dei locali o juke joint del sud: una vera rarità. Questo accadeva grazie alla sua propensione a suonare una gran quantità di canzoni, non necessariamente blues, in modo irruento, divertente, quasi clownesco, ma comunque leggendario. Non era forse un uomo serio, come evidenziava Son House, ma di certo sapeva come attrarre l'attenzione.

Son House che imita le mosse di Charley Patton

Son House imita l'atteggiamento clownesco di Patton dal vivo.

Dal 1929 al 1934 dunque Patton, accompagnato tal volta da alcuni partners come Willie Brown, chitarrista o Henry Simms, fiddler, proseguì a incidere una corposa mole di lavoro: oltre 50 canzoni che spaziavano dl Blues al country fino al goespel.

Se però gli anni dieci e venti furono un periodo florido, anche economicamente, tanto da riuscire a sfruttare la possibilità di persone di colore di acquistare dischi, gli anni trenta e la crisi economica erano dietro l'angolo. Il repentino passaggio tra una situazione di relativo benessere e il declino costrinse diverse etichette discografiche a chiudere i battenti e, con esse, anche l'attività di molti musicisti conobbe la fine. Fu il caso della Gennett, della Okeh, della Vocalion e anche della Paramount Records. Personaggi quali Skip James o Mississippi John Hurt, dopo un inizio che pareva promettente, dovettero tornare alla loro vita precedente. 

Charley Patton morì nel 1934 per cause naturali, lasciandoci un insieme di canzoni eccezionale, tutt'oggi pubblicato in diversi cofanetti grazie ai quali possiamo godere della sua musica e del suo carisma. Di sicuro Rock-A-Holic ha ancora spazio per parlare più approfonditamente di lui.

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